Coronavirus

Non essendoci ancora un vaccino per il Covid-19, per adesso si procede per tentativi, tuttavia con tutte le precauzioni del caso, ci sono dei farmaci che stanno danno un po’ di speranza in corsia. Parliamo di antivirali che in passato sono stati usati per altri virus o patologie e su cui oggi l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato l’autorizzazione off label, che non significa altro che slegati dalle loro indicazioni originali.

Tocilizumab, farmaco per l’artrite reumatoide

Per fare un esempio, due pazienti trattati a Napoli con il Tocilizumab, farmaco per l’artrite rematoide sono stati estubati. Vi avevamo già parlato di questo farmaco, già sperimentato in Cina, che ha consentito un miglioramento rapido delle condizioni di salute anche sui pazienti ricoverati in terapia intensiva a Modena, Fano, Pesaro e Cosenza.
Secondo il dottor Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto tumori Pascale di Napoli, il tocilizumab avrebbe dimostrato risultati positivi nel 50% dei pazienti trattati.

“Tocilizumab è un farmaco ben conosciuto che noi oncologi e gli ematologi usiamo per gli effetti collaterali di alcuni tipi di immunoterapia. Nel caso del COVID-19, non agisce direttamente sul virus ma sulle sue complicanze”, scrive il medico sui propri social che denuncia la necessità di un laboratorio di ricerca.

Nel frattempo comunque l’Agenzia italiana del farmaco ha approvato il protocollo per la sperimentazione del farmaco anti-artrite prodotto da Roche. L’azienda farmaceutica lo distribuirà gratuitamente per il periodo dell’emergenza per contrastare l’aggravamento delle condizioni di salute dei pazienti positivi al virus SARS-CoV-2 a tutte le Regioni che ne faranno richiesta. E’ stato, infatti, autorizzato lo studio TOCIVID-19 che valuterà l’efficacia e la sicurezza del tocilizumab nel trattamento della polmonite in corso.

Remdesivir usato contro l’ebola

Il nome di questo farmaco forse non vi è nuovo. Il perché è molto semplice: il Remdesivir prodotto da Gilead era stato usato contro il virus di Ebola e Marburg portando a buoni risultati e alla guarigione di tante persone. Come vi avevamo già spiegato Aifa e casa farmaceutica hanno iniziato la sperimentazione di questo antivirale contro il Covid-19. E c’è già un primo paziente positivo al coronavirus curato con Remdesivir che è guarito, come annunciato nei giorni scorsi dal primario della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

“Abbiamo il primo vero guarito trattato con il farmaco sperimentale Remdesivir”, aveva detto alla stampa Bassetti specificando che il paziente di 79 anni dopo il trattamento è risultato negativo a due tamponi.

Farmaci anti-malaria

Mentre l’amministrazione Trump ha approvato l’uso dei farmaci anti-malaria per combattere il coronavirus e la Food and Drugs Amnistration ha dato il via libera, arriva anche il primo studio europeo sull’efficacia dell’idrossiclorochina, il principio di un farmaco antimalarico facente parte degli antireumatici. Dallo studio pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Antimicrobial Agents, emerge che tre quarti delle persone infette da coronavirus non avevano più il virus dopo 6 giorni di cura con la clorochina, usata abitualmente contro la malaria. Solo il 25% dei 24 pazienti testati era ancora portatore del Covi-19.

“In combinazione con l’assunzione di antibiotici mirati contro la polmonite batterica (azythromycin), il trattamento ha guarito completamente i soggetti entro una settimana, mentre il 90% dei pazienti che non hanno preso il trattamento è ancora positivo”, ha dichiarato Raoult.

FONTE: www.greenme.it