Il sistema immunitario fa in modo che il tuo corpo distingua le proprie cellule sane da quelle anormali o estranee o da altri microrganismi. Questi invasori stranieri comprendono virus, batteri e altri organismi che causano varie patologie. Poiché il cancro trae origine dalle cellule normali del nostro organismo, è molto difficile per il sistema immunitario riconoscere come estranee le cellule cancerose.

Come il tumore primario si sviluppa e inizia a moltiplicarsi (proliferare) e quindi a penetrare, queste cellule cancerose esprimono dei marcatori conosciuti come antigeni nella loro superficie. Quando il sistema immunitario riconosce l’antigene, il tuo corpo manda segnali (infiammazione) che dirigono le cellule immuni al tessuto dove si trovano le cellule cancerose e le innescano per distruggere o limitare le cellule che proliferano e penetrano i tessuti.

Gli approcci immunoterapeutici riconosciuti comprendono:

Gli approcci immunoterapeutici sperimentali comprendono:

Anticorpi immuno-modulatori

Ipilimubab (Yervoy) è un anticorpo immunostimolatore che agisce bloccando il recettore CTLA4 sulla superficie delle cellule T. Due studi randomizzati hanno dimostrato che ipilimubab aumenta la sopravvivenza in pazienti con melanoma se comparato con un classico chemioterapico (dacarbazina) o con un vaccino peptidico (gp100).

Nuove terapie allo studio al momento includono:

Trasferimento di cellule-T e cellule dendritiche (DC) adottate

La terapia a base di cellule-T adottate è un metodo di trattamento che usa le cellule-T proprie del paziente, o le cellule dendritiche, che sono incrementate in numero e modificate in laboratorio al fine di aumentare la loro funzionalità, e poi reintrodotte nel paziente. La maggior parte degli studi clinici hanno usato TILs (linfociti infiltranti il tumore), ovvero le cellule immuni che sono presenti all’interno del tumore, come base cellullare per questa terapia. I pazienti che sono trattati con questo metodo devono prima sottoporsi ad una resezione del tumore; quindi, i TILs sono isolati in laboratorio, aumentati di numero ed attivati. Quando le cellule sono pronte per essere reintrodotte, il paziente deve ricevere alte dosi di chemioterapia per sopprimere il sistema immunitario. Altrimenti, le cellule iniettate potrebbero essere soggette a rigetto e rese non funzionali. Infine, le cellule sono reintrodotte nel paziente.

In uno studio clinico recente più del 50% dei pazienti ha risposto alla terapia, nonostante il metodo di selezione dei pazienti e la generale mancanza di accesso a tale trattamento renda impossibile fare un quadro generale dei risultati in questo momento. Questo grado di risposta non è ancora stato riportato in pazienti con melanoma trattati con l’immunoterapia, e questi risultatati non sono stati confermati in altri centri.

Recentemente sono stati fatti dei tentativi di usare cellule del sangue piuttosto che quelle derivanti dai tumori. Queste cellule sono state modificate geneticamente usando retrovirus, così che da risultare dopo il trattamento specifiche per il melanoma. I pazienti hanno ricevuto alte dosi di chemioterapia prima dell’infusione di tali cellule. Solo il 12% dei pazienti ha risposto, tuttavia più pazienti sono risultati idonei per tale trattamento rispetto allo studio clinico descritto in precedenza. I ricercatori stanno al momento cercando di migliorare questo metodo.

Tale tipo di terapia si può praticare sono in pochi e selezionati centri in giro per il mondo, ed è ancora in fase di sviluppo. Al momento, ci sono una moltitudine di studi clinici disponibili che usano differenti approcci di cellule adottate in pazienti con il melanoma.

Vaccini

Il cancro si origina dal tessuto normale del corpo umano, di conseguenza il sistema immunitario potrebbe non essere in grado di riconoscere le cellule cancerose come corpi estranei così come fa con virus e batteri. Il risultato, è che potrebbe non combattere il cancro come fa con le altre malattie infettive.

Il vaccino o immunoterapia attiva tumore-specifica è una forma sperimentale di trattamento che stimola il sistema immunitario a riconoscere gli antigeni nelle cellule tumorali. I vaccini anticancro sono trattamenti immunoterapeutici che cercano di stimolare il sistema immunitario contro i vari tumori. Contengono cellule cancerose, o parti di cellule, antigeni purificati conosciuti come proteine, peptidi (pezzi di proteine) o altre molecole che marcano il cancro. Sono iniettati sei pazienti sia per via intradermica, o per via endovenose o nel sistema linfatico.

Ci vuole tempo prima che il corpo costruisca le proprie difese, quindi gli effetti benefici del vaccino possono essere visti anche dopo mesi. Tuttavia, quando successo, i vaccini possono promuovere il restringimento del tumore per una durata di tempo più lunga che la chemioterapia, e causare meno effetti collaterali che la chemioterapia e altre forme di immunoterapia come ad esempio l’interferone e l’interleuchina. Sfortunatamente, solo circa il 5% dei pazienti ha un restringimento del tumore con i vaccini a disposizione.

Vaccini a cellule tumorali

vaccini a cellule tumorali usano cellule melanomatose ottenute da cellule tumorali rimosse durante l’intervento chirurgico.

Tali cellule possono derivare dal paziente, da un altro donatore o da più donatori.

Vaccini con antigene associato al tumore

I vaccini con antigene associato al tumore sono costituiti da antigeni specifici isolati da specifiche cellule tumorali o prodotti da sintesi chimica o genetica. Gli antigeni sono combinati con sostanze, cellule o organismi che li portano al sistema immunitario.

Vaccini al momento allo studio includono:
Citochine immuno-stimolanti

Le Citochine sono proteine secrete da numerose cellule nel corpo umano e regolano molti processi fisiologici compreso le risposte immuni. Interleuchina 2 ed interferone, entrambe citochine immunostimolanti, sono state approvate per il trattamento dei pazienti con melanoma. Altre citochine immunostimolanti sono IL-7, IL-12, IL-15, IL-18, e IL-21 e sono tutte in fase clinica di sviluppo per il trattamento del melanoma.

Biochemioterapia

La biochemioterapia è l’uso simultaneo della immunoterapia insieme con la chemioterapia. Studi clinici hanno valutato l’efficacia della biochemioterapia come adiuvante per il trattamento del melanoma ad alto rischio, e come terapia come agente singolo per il melanoma in fase avanzata.

Molteplici studi hanno dimostrato che la biochemioterapia può diminuire le dimensioni del tumore più frequentemente che la chemioterapia, sia a singolo agente sia in combinazione. Non ci sono prove scientifiche tuttavia che la biochemioterapia sia più efficace nel migliorare la sopravvivenza paragonata al trattamento del singolo agente, della chemioterapia combinata o della immunoterapia a singolo agente. In più, studi hanno dimostrato che questa forma di terapia è associata a effetti collaterali più pesanti da sopportare.

Data la mancanza di significativi benefici nella sopravvivenza in molti studi condotti in centri specializzati, la biochemioterapia non è un trattamento raccomandato con i dati a disposizione.

Per saperne di più sugli studi clinici, clicca qui.


RICORDA...

  • L'immunoterapia, il principale aspetto della terapia biologica, usa sostanze naturali o di sintesi al fine di aumentare o ristabilire la naturale risposta immunitaria, così che si possano meglio combattere malattie come il tumore.