La chemioterapia è stata sviluppata nel 1950 per uccidere le cellule cancerose. Queste cellule risultarono essere più suscettibili ai farmaci che influenzavano il metabolismo o la divisione cellulare delle cellule in rapida crescita piuttosto che quelle normali che avevano una crescita più lenta.

Questi nuovi trattamenti per il cancro, chiamati terapie mirate, si sono focalizzati nell’individuazione di quei segnali che portano le cellule tumorali a crescere e diffondersi, ed in quelli che invece causano la morte di queste cellule. Molte di queste nuove terapie mirate hanno avuto successo nel trattamento di vari tipi di tumore. In generale, sono disponibili sotto forma di pillole, e hanno tossicità minore rispetto alla chemioterapia convenzionale.

Questi nuovi agenti avranno con maggiore probabilità più effetto in cellule cancerose di pazienti che hanno particolari mutazioni: tali mutazioni rendono una particolare via metabolica essenziale per la sopravvivenza, crescita o moltiplicazione.

Per esempio, mutazioni a livello di BRAF sono individuate almeno in metà dei pazienti con melanoma, e queste mutazioni attivano una particolare via metabolica conosciuta come via delle MAP-chinasi. Se il tumore di un particolare paziente ha una mutazionea livello di BRAF, nuovi farmaci come Zelboraf potrebbero essere utili. Di contro, pazienti che non hanno queste mutazioni non potranno però beneficiarne.

Sotto, ci sono una serie di agenti allo studio, tra i quali uno che è stato approvato per il trattamento del melanoma. Sono messi in ordine a seconda di quale via metabolica dovrebbero inibire.

 BRAF

Circa il 50-60% di tutti i malati di melanoma ha una mutazione in un gene chiamato BRAF V600E e questa mutazione è stata collegata alla progressione del melanoma dai melanociti (cellule pigmentanti normali) nella pelle. Il gene da sé non è responsabile per lo sviluppo del melanoma, dal momento che le mutazioni in BRAF sono state trovate anche nelle cellule dei nei. Molti farmaci hanno come target questa via metabolica.

Inibitori di BRAF in pazienti con metastasi cerebrali

I pazienti con melanoma spesso soffrono anche di metastasi cerebrali, e molti farmaci non sono in grado di raggiungere il cervello. I pazienti con metastasi cerebrali sono stati esclusi all’inizio dagli studi clinici che hanno portato all’approvazione del vemurafenib, ma alcuni studi suggeriscono che gli inibitori BRAF possono penetrare dentro il cervello. Al momento, gli inibitori BRAF vemurafenib e debrafenib sono testati in tale tipologia di pazienti.

Melanoma Pediatrico

Vemurafenib sarà testato in ragazzi tra i 12 e i 17 anni

Inibitori BRAF in Combinazione

Ci sono numerosi studi clinici atti a trovare la combinazione ideale di vemurafenib (Zelboraf) con nuovi e vecchi farmaci. Saranno inoltre effettuati test per vedere l’efficaci della combinazione di Debrafenib.

MEK

MEK è una componente critica della via metabolica delle MAP chinasi, coinvolta nella crescita e sopravvivenza delle cellule cancerose

 C-KIT

Mutazioni in KIT sono state viste più frequentemente in sottotipi di melanoma, in particolare in quello acrale, melanoma delle mucose e nei melanoma associati con intenso danno solare. In questi pazienti è stato riportato che il trattamento con inibitori KIT come imatinib e sunitimib ha dato importanti benefici

Altri potenziali target per il trattamento del melanoma

Numerose altre vie metaboliche sono al momento allo studio per il melanoma. Questa è una breve lista delle vie per cui alcuni farmaci sono stati testati in un studi clinici preliminari: CDK2, CDK4 e ERBB4.

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